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Il nostro viaggio in moto in Islanda

 Il viaggio in Islanda è stata un'esperienza motociclistica indimenticabile in una terra meravigliosa dai forti contrasti naturali. Il nostro viaggio è partito da casa, e l'itinerario non ha previsto, volutamente, altri mezzi di trasporto oltre la moto; dove possibile ovviamente, in quanto per arrivare in Islanda è necessario traghettare dal nord dell'Europa, precisamente dalla Danimarca.
Ci siamo imbarcati sulla nave della compagnia Smyrill Line, con partenza da Hirtshals, all'estremo nord della Danimarca; la navigazione dura 48 ore, ed è possibile, a scelta, una sosta di qualche giorno alle isole Faroer. Noi abbiamo optato per il viaggio diretto, visto il poco tempo a disposizione.
La nave è un momenti di aggregazione importante, non mancano le occasioni, vista la durata della traversata, di fare conoscenza con altri viaggiatori che condividono la nostra stessa passione per le due ruote; ci si confronta sulle aspettative, sugli itinerari prescelti, sull'organizzazione dell'itinerario.
C'è chi ha scelto questa meta per dedicarsi a un pò di estremo e avventuroso fuoristrada e chi invece ha optato per un percorso più tranquillo lungo le strade principali.

A grandi linee si può dire che l'unica strada asfaltata è l'anello di periplo dell'isola, la H1, e qualche altra direttiva principale che porta alle attrattive turistiche più visitate; nelle strade minori invece molto spesso si incontra ghiaia e sterrato.
Nonostante tutti ci avessero sconsigliato, noi avevamo previsto lungo il nostro itinerario islandese anche un tratto fuoristrada, lungo una delle due più famose piste, la F35, chiamata anche Kjolur.
In Islanda le piste sterrate sono contrassegnate dalla lettera F; tra le più famose ci sono la F35, quella da noi scelta, e la F26, detta Sprengisandur; entrambe sono le due direttive principali utilizzate in estate per attraversare l'isola da nord a sud.
Bisogna comunque tenere in conto quindi che è pressochè impossibile evitare tratti sterrati se si vuole esplorare un pò l'isola; se si intende percorre invece una pista, è assolutamente indispensabile informarsi previentivamente sul percorso e lo stato della pista stessa, in quanto molti tratti sono assolutamente impercorribili con un passeggero a bordo.
Ma torniamo al nostro viaggio...arrivati a Seydisfjordur, alle prime ore del mattino, ci accoglie un tempo tipicamente glaciale: acqua, vento e freddo. Non ci perdiamo d'animo e ci mettiamo subito in viaggio in direzione delle cascate Dettifoss e Hverir, prima tappa del nostro itinerario.
Le cascate Dettifoss si raggiungono con una strada sterrata, deserta, che prossimamente dovrà diventare asfaltata; si giunge ad un'immensa distesa di basalto da cui  precipitano fragorose le cascate, in un ambiente strano ed inquietante.
Hverir invece è un'immensa solfatara, con colori che spaziano dal grigio all'arancio ruggine, con enormi spaccature del terreno contenenti fango bollente da cui si sollevano nuvole di vapore.
Il primo contatto con l'isola è stato già stupefacente... ed è solo l'inizio! Torniamo sulla H1 ma dopo pochi chilometri una nuova deviazione ci porta alla regione vulcanica del Krafla (vulcano considerato ancora attivo), dove ammiriamo un meraviglioso lago color azzurro indaco all'interno del cratere Stora Viti.
Si riparte verso il lago di Myvatn, rinomata località di vacanza islandese...rinomata non solo per il lago ma anche per i famosi moschini, presenti a milioni.
Troviamo da dormire nei dintorni, in un curioso alloggio (sostanzialmente un box da cantiere dotato di servizi igienici privati); in realtà nel campeggio stavano predisponendo questi nuovi "alloggi" ed approfittando del favore della luce estiva, i lavori sono proseguiti fino alla mezzanotte.
al mattino si riparte e ci si dirige verso le famose cascate Godafoss, che valgono senz'altro la visita... per noi sono state le più affascinanti. Dopo una lunga sosta proseguiamo sulla H1 in direzione Akureyri, per deviare poi verso Dalvik e spingerci in un promontorio a nord fino al paesino di Siglufjiordur.
Ridiscendiamo, sfidando un vento fortissimo, per dirigerci verso l'attacco della pista F35, lunga poco meno di 200 Km, che da nord porta in direzione sud dell'isola; è ormai metà pomeriggio, e l'idea è di dormire in un campeggio piuttosto isolato (Kerlingafjoll) situato circa a metà del percorso.
La pista presenta sicuramente parecchie difficoltà, il percorso è molto sconnesso, e noi, carichi e in due, siamo costretti a ridurre la nostra velocità di crociera; arriviamo al campeggio verso le 23, c'è ancora luce e le cucine sono aperte...
L'indomani mattina siamo nuovamente "in e nella pista" per percorrere la parte residua del tracciato che ci porterà fino a Geysir, meraviglia e spettacolo da non perdere per nessun motivo...almeno per un'ora abbiamo assistito allo spettacolo che questa meravigliosa attrazione naturale ci ha regalato.
Prima di arrivare a Geysir consigliamo di vedere anche le cascate Gulfoss.
Ripartiamo verso il parco nazionale, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, di Tingvellir; da qui si può vedere la lunga spaccatura nel terreno provocata dalla progressiva e lenta separazione della zolla tettonica nordamericana e quella europea.
Durante una sosta al bar veniamo a conoscenza della recente alluvione, avvenuta nei dintorni di Vik, che ha provocato l'interruzione della strada H1 che avrebbe dovuto riportarci dalla costa sud dell'isola verso l'imbarco per il ritorno; non aìbbiamo molta scelta... decidiamo di proseguire verso Reykjavik, che non voglismo perdere, e la vicina Blue Lagoon, nota e frequentata stazione termale.
Il nostro itinerario prevede ora la visita al ghiacciaio Vatnajokull, quarto assoluto per estensione al mondo, meta alla quale si giunge proseguendo dalla strada nazionale principale, ora interrotta; dal momento che però non vogliamo rinunciarvim scegliamo di percorrere a ritroso tutta la strada sino ad oggi effettuata. Ma il tempo stringe perchè tra pochi giorni dovremo riprendere la nave che ci ripoterà sul continente... in un giorno e mezzo raggiungiamo Hofn, paesino al sud dell'isola con un magnifica vista sul ghiacciaio.
Il giorno successivo, per tutta la giornata, potremo ammirare questa grandiosa calotta di ghiaccio visibile lungo la strada che ci porterà alla laguna di Jokulsarlon, ultima meta del nostro viaggio; la laguna si è formata un'ottantina di anni fa dallo scioglimento di una delle lingue del ghiacciaio, dando vita a piccoli lucenti e cristallini iceberg che attraverso la laguna raggiungeranno il mare...
non ci resta che dirvi..Buona Islanda a tutti!

Vi ricordiamo che i nostri filmati relativi al viaggio in Islanda sono consultabili sul nostro canale Youtube!
Alcuni documenti utili...

Il nostro diario di viaggio

Il nostro itinerario

Elenco alfabetico delle destinazioni più interessanti da visitare

Servizi stradali in Islanda e cartina


Un estratto del nostro DVD

 Il filmato integrale, in tre parti, è visualizzabile sul nostro canale youtube
http://www.youtube.com/rollingwheelsvideo


Alcune foto selezionate...

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